Viaggiare come stile di vita
Viaggiare, per me, è diventato una forma di ordine: taglia il superfluo, allena lo sguardo, restituisce proporzioni. Non è collezionare timbri — è imparare a camminare piano anche quando il tempo stringe.
Preferisco i luoghi che non chiedono di essere urlati: borghi vissuti, stagioni intermedie, orari sbagliati. È lì che le storie si lasciano avvicinare. La macchina può restare nello zaino: prima viene la luce, poi il resto.
Il viaggio come stile di vita non è un traguardo: è manutenzione quotidiana della curiosità. Significa accettare che una piazza valga più del feed, che una deviazione valga un itinerario. E che il silenzio — a volte — dica tutto.
Nota: questo articolo fa parte del mio percorso di ricerca su luoghi autentici e sul modo in cui li raccontiamo senza consumarli. La versione in inglese è disponibile qui: Travel as a lifestyle.